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Scegliere Caserta e la sua provincia significa fissare un appuntamento con la storia e la natura, l'arte e la cultura italiana: il sorriso sereno con cui il visitatore viene accolto nasconde infinite sorprese.
Ampia è infatti la varietà di itinerari proposti al viaggiatore che, senza fretta, intenda percorrere vie cittadine, strade di campagna, argini a piedi o in bicicletta, fra opere d'arte e bellezze naturali ed accolga le proposte dei percorsi suggeriti in questa sezione.
Comprendere la città e il territorio della provincia, il loro passato e il loro presente, nell'intento di narrarne le storie e le diverse anime. Perché la visita diventi un'esperienza da ricordare.

La dinastia dei Borbone di Napoli, quindi delle Due Sicilie, fu un ramo italiano della famiglia Borbone, casa reale del Regno di Napoli e del Regno di Sicilia (poi unificato come Regno delle Due Sicilie) dal 1734 al 1861.
Di tutte le splendide opere e costruzioni con cui i Borboni abbellirono e modernizzarono il Regno delle Due Sicilie, il fiore all’occhiello è senz’altro l’universalmente conosciuta ed apprezzata Reggia di Caserta, come noto progettata ed in gran parte costruita dall’architetto olandese Ludwig Van Wittel, italianizzato in Vanvitelli.
L'edificio si compone di milleduecento stanze, di trentaquattro scale interne, di quasi duemila finestre senza dimenticare i 120 ettari del parco, il quale si estende per tre chilometri di lunghezza, con sviluppo Sud-Nord, su 120 ettari di superficie. In corrispondenza del centro della facciata posteriore del palazzo si dipartono due lunghi viali paralleli fra i quali si interpongono una serie di suggestive fontane che, partendo dal limitare settentrionale del Giardino all'italiana, collegano a questo il Giardino all'inglese.
Percorrendo la strada che costeggia il lato destro del Parco della reggia, in direzione per Caiazzo si giunge a San Leucio; il borgo che originariamente doveva prendere il nome di Ferdinandopoli, nacque da un'idea di Ferdinando IV. Il re, ispirato dalle utopie illuministiche, concepì il prodigioso esperimento socioeconomico della colonia serica il cui borgo fu disegnato dal Collecini come una unità urbanistica compiuta e chiusa, secondo uno schema radiale, il cui centro doveva essere rappresentato dalla grande "piazza della seta". Il nucleo portante era dato dal Palazzo del Belvedere, antica residenza di caccia degli Acquaviva, il cui salone delle feste fu trasformato in chiesa parrocchiale dedicata a San Ferdinando. Alla destra e alla sinistra dell'asse centrale dell'abitato si disponevano i quartieri di San Carlo e di San Ferdinando, con le case, tutte uguali, dei coloni. A occidente di San Leucio si trova il caseggiato della cosiddetta "Vaccheria", dove Ferdinando IV, dopo l'avventura della Repubblica partenopea del 1799, come atto di ringraziamento fece costruire la Chiesa della Madonna delle Grazie. L'odierno centro abitato conserva tracce evidenti dell'antico assetto urbanistico, mentre il palazzo nel quale un tempo era ospitato lo stabilimento serico e' ora sede di un istituto scolastico; il moderno opificio sorge infatti a breve distanza dalla Piazza della Seta e produce tessuti per arredamento.
Casertavecchia (frazione di Caserta) è un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini a circa 401 metri di altezza e a 10 km di distanza in direzione nord-est da Caserta. In epoca medievale costituì il centro di Caserta. Dal 1960 è tra i monumenti nazionali italiani. Le origini di Casertavecchia sono ancora incerte, ma secondo alcune informazioni estrapolate da uno scritto del monaco benedettino Erchemperto, Ystoriola Langobardorum Beneventi degentium già nell'anno 861 d.C. esisteva un nucleo urbano denominato Casam Irtam (dal latino: "villaggio posto in alto").
Il monumento più rappresentativo è certamente la Cattedrale di S. Michele Arcangelo, finita di costruire nel 1153; l'edificio presenta sulla facciata esterna tre portali in marmo dove si evidenziano sculture rappresentanti tori, leoni, cavalli. Lo stile è quanto mai eterogeneo e presenta infatti tratti bizantini, arabeggianti, normanni, lombardi. Vicino alla cattedrale si trova la chiesa dell'Annunziata, eretta nel XIII secolo e tutta in stile gotico. L'antico borgo attraverso le sue vie fa rivivere atmosfere molto suggestive soprattutto nel periodo settembrino quando diventa lo scenario in cui si svolgono numerose manifestazioni musicali, teatrali e culturali.
La costruzione del Castello risale all'861 all'epoca di Pandone il Rapace, conte di Capua e legato al Borgo politicamente. Ad oggi del castello, non restano che due sali sovrastanti ad Est dei ruderi e delle tracce di alcune bifore duecentesche, e dove ancora risalta viva la maestosità della torre.
In piazza Vescovado oltre al duomo vi si affaccia il palazzo vescovile decorato con antichi archi e finestre risalenti al secolo XIII. Di fronte al Duomo e possibile ammirare quello che una volta era il seminario, questo fino all'anno 1842 quando il Papa Gregorio XVI ne sancì il definitivo trasferimento a Caserta, e venne trasformato in un convento. Il palazzo e ornato con un bel portone centrale realizzato tutto in marmo cipollino, e sovrastato da uno stemma del Vescovo Diodato Gentile.


Questo itinerario, interessa tutti coloro che si dirigono verso le montagne del Matese, fino a Bocca della Selva, località sciistica a confine con la provincia di Benevento. La prima località che si raggiunge è Piedimonte Matese dove, oltre alla bellezza del paesaggio naturale si potranno trovare interessanti opere archeologiche e monumentali da visitare. Alcuni esempi: resti di mura megalitiche e di un tempio, forse, dedicato ad Apollo; nell'Abbazia Benedettina di S. Salvatore (VIII sec.) è conservata un'icona lignea di S. Maria della Neve; nel 1414, sui resti di un tempio romano, fu costruita la Chiesa di S. Domenico; il Palazzo Ducale, secentesco, ha belle finestre ogivali e due notevoli portali di cui unodurazzesco; il Santuario dell'Annunziata (1600) ha facciata barocca con tre portali e, all'interno, un Coro ligneo del Giordano (1700). Piedimonte è conosciuta anche per la produzione di vino Pallagrello e per la lavorazione del maiale da cui si ricavano gustosi insaccati. Una buona occasione per degustare le sue prelibatezze, sarebbe il periodo di gennaio, quando si svolge un corteo di carnevale settecentesco.
Continuando c'è Castello Matese, un paese fortificato all'epoca dei normanni, feudo dei D'Aquino e degli Aragona. Suggeriamo una visita alle torri medioevali e ai resti delle mura che sorgono ai margini del centro abitato. San Gregorio Matese è un altro centro che risale all'VIII sec., anche se le prime testimonianze si possono ritrovare in una bolla del Papa Pasquale I nell'817. Il centro storico si arrampica sul versante della montagna, affiancato da un vasto parco comunale tranquillo, ombroso con attrezzature sportive. Il percorso prosegue verso il Lago del Matese, passando per il passo di Miralago. Ci troviamo al confine tra Campania e Molise, circondati da una successione straordinaria di cime, tutte le principali del Massiccio: da Monte Miletto alla Gallinola, al Monte Porco. La vista è incantevole: d'inverno con le vette innevate, d'estate con gli alberi e i pianori verdi. Il lago è ricco di trote, tinche e carpe.

D.O.C. Falerno del Massico - Il percorso di questo itinerario si snoda lungo due tracciati di grande rilevanza storica, l’antica strada Domiziana, voluta dall’imperatore Domiziano e la via Appia, esempio di straordinaria ingegneria. È qui, tra i rilievi calcarei del Massico che nasce il Falerno del Massico Doc, vale a dire il vino più noto dell'antichità considerato il primo vino a denominazione di origine controllata dell'enologia mondiale. I comuni interessati sono Cellole, Mondragone, Carinola, Falciano del Massico e Sessa Aurunca ricchi di attrattive storiche e naturalistiche. Infatti ciascuno di loro conserva testimonianze storiche quali reperti provenienti dall’antica Sinuessa custoditi in parte nel Museo Civico Archeologico "Biagio Greco”, gli abiti da cerimonia di un tempo conservati nel Museo della Casa Contadina, Edifici Quattrocenteschi, Cattedrali Romaniche, Castelli Ducali, Criptoportico ed il Teatro Romano. È possibile seguire altresì itinerari naturalistici nella Riserva Naturale del Lago di Falciano e nell’Oasi WWF Monte Massico che offre una fauna senza uguali in Italia.
D.O.C. Galluccio - Il secondo percorso interessa i comuni di Conca della Campania, Galluccio, Rocca D’Evandro, Mignano Monte Lungo e Tora e Piccilli situati nella zona collinare dominata dal vulcano spento di Roccamonfina dove la mitezza del clima e la particolare natura del territorio hanno favorito da sempre una grande varietà di colture. Il “Galluccio DOC”, gli I.G.T. di Roccamonfina, l’Olio delle Terre Aurunche nonché Castagne, Funghi Porcini, Formaggi stagionati, carne suina e bovina faranno da contorno in un territorio dove gli amanti della natura e dell’arte potranno scegliere suggestive passeggiate tra castagneti secolari, escursioni nel Parco Naturale Regionale di Roccamonfina, o visite a borghi, chiese, edifici dell’epoca medievale.
D.O.C Asprinio d’Aversa - Il terzo percorso de “Le Strade del vino in Terra di Lavoro” ci porta nel basso Casertano nell’area di produzione dell’Asprinio d'Aversa un particolare vitigno in grado di dare un vino poco zuccherino ma di elevata acidità e quindi ideale come base per gli spumanti. Ciò che caratterizza il paesaggio di un territorio che comprende ben 22 comuni, è la coltura della “vite maritata” ossia le piante crescono intorno agli alberi di olmo o di pioppo e si distendono a festoni da un tronco all’altro, ad altezze che superano i 20 metri.



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